In un dossier inviato a Ministero dell’Interno, Prefettura e Questura di Foggia, emergono tutte le opacità nel mondo degli istituti di vigilanza foggiani. Il sindacato Usb parla apertamente di mancato rispetto del Dpr (decreto presidente della Repubblica) 153 del 4 agosto 2008. In buona sostanza, gli istituti di vigilanza locali non rispetterebbero i “requisiti minimi di qualità” richiesti. L’appello è chiaro: “È arrivato il momento che ognuna delle istituzioni in indirizzo si assuma la responsabilità di far rispettare le norme dello Stato che sono cogenti per tutti”. Tre in particolare gli istituti che violerebbero la norma oltre a non pagare i dipendenti con puntualità. Nel mirino della Usb, Metropol, Protect ed Mvs. “Abbiamo la sensazione – scrive il segretario territoriale, Santo Mangia – che queste imprese agiscano in virtù della consapevolezza ormai acquisita che riusciranno sempre a farla franca, semmai ricorrendo a usuali ‘procedure concorsuali’ (fallimento, concordato preventivo)”.
Il sindacato denuncia imprese che “con capitale di 80mila euro sono riuscite ad accumulare debiti per 6 milioni quando il Dpr impone di verificare il controllo della capacità economica di tali attività”. C’è un altro istituto che ha rilevato il ramo d’azienda (la Protect) da un’altra ditta della vigilanza foggiana (Black Security) “che avrebbe dovuto chiudere per l’alta debitoria, lasciando i lavoratori in arretrato con decine di mensilità”.
Un altro istituto, secondo il sindacato, avrebbe invece una peculiarità tutta particolare: “incutere il senso di colpa nel lavoratore, per il solo fatto di avere un lavoro e conseguentemente giustificando ogni sopruso a suo danno: dal ritardo nel pagamento degli stipendi, alla compilazione delle buste paga non corrette, allo stravolgimento dei riposi settimanali, agli abusi sulla corretta fruizione delle ferie fino alle modalità di gestione della centrale operativa che penalizzano non solo il lavoratore ma anche la stessa qualità del servizio all’utenza”.
Per l’Usb, tutte “situazioni purtroppo generalizzate negli istituti di vigilanza della provincia di Foggia, eccetto qualche rara eccezione. E questo non fa altro che dimostrare quanto sia esplosivo il quadro a livello locale”. Stando al segretario Mangia, “questi istituti dovrebbero presentare il Durc (documento unico di regolarità contributiva). Ma non riusciamo a comprendere chi dovrebbe controllare la regolarità di quanto enunciato anche in considerazione del fatto che spesso le aziende in crisi sottoscrivono accordi sindacali che puntualmente non vengono onorati”.