Questi i nomi di tutte le vittime del terribile schianto sulla Statale 16 tra il furgone ricolmo di 14 migranti e il tir di lunedì 6 agosto: Lhassan Goultaine (Marocco, 39 anni), Anane Kwase (Ghana, 34 anni), Mousse Toure (Mali, 21 anni), il conducente del furgono Lahcen Haddouch (Marocco, 41 anni), Awuku Joseph (Ghana, 24 anni), Ebere Ujunwa (Nigeria, 21 anni), Bafoudi Camarra (Guinea, 22 anni), Alagie Ceesay (Gambia, 24 anni), Alasanna Darboe (Gambia, 28 anni), Eric Kwarteng (Ghana, 32 anni), Romanus Mbeke (Nigeria, 28 anni) e Djoumana Djire (Mali, 36 anni).
Sei le aziende agricole su cui lavorano gli inquirenti, di cui una del Molise, che è stata sottoposta a controlli. La Procura di Foggia sta indagando su caporalato e sfruttamento.
L’altra inchiesta, che riguarda la dinamica dell’incidente, potrebbe essere chiusa preso, i primi accertamenti paiono escludere responsabilità da parte dell’autista del tir, che si è visto venire, dalle ricostruzioni, il furgone addosso nella sua corsia di marcia.
La CIA Puglia in una nota ha espresso e soddisfazione per i capillari controlli delle forze dell’ordine finalizzati a intercettare i mezzi utilizzati dai caporali. “I posti di blocco e le perlustrazioni di polizia e carabinieri, scattati all’indomani dei due terribili incidenti avvenuti sulle strade della provincia di Foggia in cui hanno perso la vita sedici migranti, rispondono alle istanze delle organizzazioni agricole che, nell’ultima riunione in Prefettura, avevano chiesto di non criminalizzare gli imprenditori agricoli, loro stessi in primo luogo lavoratori – afferma il presidente regionale CIA Puglia Raffaele Carrabba – Piuttosto, abbiamo sollecitato l’intensificazione delle attività di contrasto direttamente nei luoghi in cui ha origine il caporalato. Intercettare i furgoni utilizzati per il trasporto colpisce direttamente chi recluta la manodopera e può stroncare le dinamiche del fenomeno. Sarebbe auspicabile un inasprimento delle pene per combatterlo in maniera più risoluta. Così come occorre avviare una riflessione più ampia e approfondita sul Contratto degli operai agricoli. Inoltre, è necessaria – conclude il presidente Carrabba – un’attenta revisione della piattaforma Gdo, il sistema della Grande distribuzione organizzata, in una filiera che va necessariamente rivisitata per individuare l’origine delle distorsioni”.
Confagricoltura Foggia ha applaudito alla visita del Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte e del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini in Prefettura a Foggia. “Confidiamo nell’impegno del Governo affinché si riescano a recidere gli interessi del malaffare nel mondo dell’agricoltura, le aziende agricole chiedono sostegno e attenzione a una lotta che le vede al momento soccombere- spiegano in una nota- Ci riferiamo – si badi bene – alle aziende sane, quelle che si confrontano a viso aperto con il mercato e versano regolarmente i contributi previdenziali e assicurati ai lavoratori agricoli, oltre che riconoscere regolari contratti di lavoro. Purtroppo queste aziende hanno due ordini di problemi da affrontare oggi, connessi l’un l’altro: il caporalato che distrugge la credibilità del mondo agricolo foggiano e, dall’altro, la grande distribuzione organizzata che sfrutta l’abbattimento del costo del lavoro per ridurre i prezzi al consumo. Ci aspettiamo che il Governo affronti anche questa seconda piaga, ben intrecciata con la prima e che si riesca a fare luce su dinamiche di mercato attualmente a totale carico del mondo della produzione agricola e dei lavoratori. Chiediamo che questi temi vengano affrontati in un tavolo convocato ad hoc al quale è auspicabile anche la partecipazione attiva dei sindacati dei lavoratori. Confagricoltura Foggia intende porsi al tavolo come parte attiva di questo processo di crescita. Per questo chiediamo che la Regione non faccia mai mancare il suo supporto al ruolo dell’agricoltura sana e leale che opera sul mercato applicando le regole. Ribadiamo il concetto: prendersela con le aziende agricole, anche con quelle sane (e noi solo di queste ci occupiamo), è un esercizio retorico antico dal quale un’associazione seria come Confagricoltura intende sottrarsi senza alcuna esitazione”.