Si dimette per la seconda volta in sei mesi. L’assessore regionale all’Agricoltura Leonardo Di Gioia rassegna le deleghe nelle mani del presidente della Regione, Michele Emiliano. Lo fa con una lettera di poche righe inviata al governatore, nella quale ringrazia per l’occasione avuta con l’incarico ottenuto in giunta regionale nel 2015. “Caro presidente, con la presente sono a rassegnare le mie dimissioni dal ruolo di assessore con delega all’Agricoltura della giunta da te presieduta con decorrenza dal 5 luglio 2019 – ha scritto nella missiva -. Tale termine differito rispetto alla data di presentazione di questa nota mi consentirà di partecipare a due audizioni presso la Camera dei Deputati per conto della Conferenza dei Presidenti delle Regioni su questioni agricole in programma mercoledì 3 e di salutare giovedì 4 il personale in assessorato”. “Ti ringrazio – ha aggiunto – per la grande opportunità che in questi anni mi hai dato, conferendomi un ruolo di primaria importanza nella nostra Regione e a livello nazionale con il Coordinamento dei colleghi di tutta Italia, e per l’affetto che hai più volte manifestato anche pubblicamente per me. Continuerò a lavorare per la Puglia con impegno e lealtà”.
Sul piatto, però, c’è il caso nomine in Arif non gradite dall’assessore foggiano. Non è piaciuta per nulla la scelta dei profili dei due sub commissari per l’Agenzia regionale per le attività forestali.
I nomi di Vito Vito Damiani e su Francesco Ferraro, ex sindaco di centrodestra di Acquarica del Capo e già preso di mira dai consiglieri dell’associazione C-entra il futuro per le sue posizioni antiscientifiche in tema di xylella, avrebbero rotto ogni equilibrio nell’esecutivo. “È un errore la nomina a sub commissario Arif, cioè l’agenzia in prima linea nella lotta al contenimento della xylella, di una persona che in passato ha fatto parte del fronte antiscientifico, accreditando teorie di cura infondate. Chiediamo un ripensamento, ad evitare che si possa pensare alla Puglia come una regione dove si mettono le volpi a guardia del pollaio”, hanno dichiarato i consiglieri (Fabiano Amati, Sergio Blasi, Napoleone Cera, Gianni Liviano, Ruggiero Mennea, Donato Pentassuglia) che tra l’altro qualche settimana fa hanno chiesto le dimissioni dell’assessore foggiano.
I temi caldi dell’agricoltura pugliese (Xylella, gestione dei fondi del Psr e risorse per le gelate), erano già state alla base dei dissidi che lo avevano portato a dimettersi a gennaio scorso, Poi la crisi rientrò. Durante le ultime Amministrative, è entrato al centro di una incalzante polemica nel centrosinistra per la sua decisione di sostenere contemporaneamente il candidato sindaco del Pd a Foggia, Pippo Cavaliere, e il candidato della Lega Massimo Casanova (amico di Matteo Salvini, poi eletto all’Europarlamento). Una decisione imbarazzante per il governatore, perché proprio in quella fase stava mettendo in piedi un fronte largo anti Lega. L’ex magistrato ha però sempre resistito alla tentazione di revocargli la delega. Fino alla decisione di oggi, tra le voci di un possibile sbarco a Roma (al vertice dell’Ismea), ed una strategia piena di colpi di scena: “Per il momento parliamo dell’Arif, poi apriamo tutti i file”, commenta tranchant.