Il costo del “regalo d’agosto” che i consiglieri regionali pugliesi si sono concessi rischia di essere molto più alto del previsto. Lo riporta Repubblica Bari. Tutti coloro i quali hanno ricoperto o ricoprono la carica di consigliere regionale dal primo gennaio 2013 a oggi – anche quelli che nel frattempo non sono più stati rieletti o non si sono più ricandidati – potranno recuperare quanto fino a oggi la Regione aveva risparmiato. A ogni consigliere spetteranno poco più di 7mila euro lordi per ogni anno passato in consiglio. Le cifre circolate nei giorni scorsi sul peso per le casse pubbliche del ripristino del trattamento di fine mandato non superavano i 4 milioni di euro perché si riferivano all’esborso necessario per coprire i trattamenti di fine rapporto dal 2013 al 2020. In realtà se si considerano tutte le legislature interessate dall’argomento, dal 2013 al 2025, cioè fino alla fine di questa attuale legislatura, si sale a una cifra che varia tra i 5,2 e i 5,7 milioni di euro, secondo i primi calcoli fatti dagli uffici all’interno del consiglio regionale.
Fra gli attuali componenti del parlamentino pugliese – scrive sempre Repubblica – ce ne sono alcuni che porteranno a casa 35mila euro (si tratta dei nuovi eletti, i consiglieri regionali più giovani che al 2025 avranno completato una sola legislatura) e altri – con tre legislature alle spalle – che invece nel 2025 a fine legislatura porteranno a casa 91mila euro lordi. È il caso della presidente del consiglio regionale, Loredana Capone, dei capigruppo del Pd e di Fratelli d’Italia, Filippo Caracciolo e Ignazio Zullo. Dei consiglieri regionali veterani come i dem Fabiano Amati, Ruggiero Mennea, Michele Mazzarano, l’assessore Donato Pentassuglia.
Nel centrodestra avrà l’assegno da 91mila euro anche Giandiego Gatta di Forza Italia. Chi è stato eletto per la prima volta nel 2015 come Renato Perrini e Francesco Ventola di Fratelli d’Italia riceverà un’indennità di poco più di 71mila euro alla fine di questa legislatura, nel 2025. Stessa cifra che incasseranno l’assessore Gianni Stea dei Popolari e i quattro esponenti filogovernativi del Movimento 5 Stelle: l’assessora Rosa Barone, il vicepresidente del consiglio Cristian Casili, la capogruppo Grazia Di Bari e il consigliere Marco Galante.
Va detto però che c’è già chi ha annunciato che rinuncerà all’indennità. Di certo non la intascherà Antonella Laricchia. La consigliera regionale 5 Stelle, rimasta unica dura e pura all’opposizione, dopo l’accordo degli altri quattro colleghi che li ha portati in maggioranza, è stata la prima a denunciare la reintroduzione della liquidazione di fine mandato, facendo sapere che lei al momento del voto non era in aula (erano assenti anche il governatore Michele Emiliano e il consigliere Antonio Tutolo).
In effetti il “regalo d’agosto” è forse più scandaloso nel metodo che nel merito – scrive infine Repubblica -, perché approvare in gran segreto senza nessun dibattito in aula e con un accordo totale, trasversale e tacito fra tutti i presenti in aula (dal centrodestra al centrosinistra ai 5 Stelle) è una pessima figura della politica pugliese che entra di diritto fra le pagine più brutte della storia del consiglio regionale. C’è da dire pure che i consiglieri regionali ci avevano provato già a farsi questo regalo nel giugno del 2020. Era la fine della legislatura precedente. In quel momento però l’intero Movimento 5 Stelle, si disse contrario e pronto a dare battaglia contro i “privilegi” della politica. Ora evidentemente l’assegno di fine mandato per alcuni pentastellati non è più un privilegio. [Fonte Repubblica Bari] (In alto, i consiglieri regionali della provincia di Foggia, Gatta e Barone)