“Lady Hammer”, la manager che ha partecipato alle più importanti operazioni della finanza italiana, ha origini foggiane. Patrizia Micucci, prima donna a capo di una banca d’affari in Italia (Lehman Brothers, 2003), prima donna a guidare una banca (Société Générale, 2015) e, in questo scorcio del 2021, prima donna a ricevere il premio Alumna Luiss dell’anno, intervistata da Forbes ha raccontato la sua storia incredibile. “Per me che venivo da Foggia il massimo era tornare nella mia città e fare la dichiarazione dei redditi per chi non sapeva farla”, racconta. E invece si è ritrovata nel cuore di Wall Street.
Classe 1959, Micucci, adesso managing director di Nb Aurora, società di investimento di Neuberger Berman, ha partecipato alle più importanti operazioni nella finanza italiana, dalla privatizzazione della Comit all’opa Lactalis su Parmalat, nonostante le barriere che in quel mondo esistevano (ed esistono) per le donne. “Il suo percorso, iniziato negli Usa e proseguito in Europa, tra Milano, Londra e Parigi, è un esempio virtuoso di talento, visione, creatività e determinazione, e rappresenta per le nostre studentesse e i nostri studenti un modello da seguire”, dice a Forbes il presidente Luiss Vincenzo Boccia.
“Finito il liceo classico a Foggia, sapevo che avrei dovuto badare a me stessa, ed essere autosufficiente – dice la manager alla rivista -. Dopo un’adolescenza dolorosa, volevo scappare da Foggia, allontanarmi quanto più possibile. Mio padre era avvocato e quindi mi sono iscritta a giurisprudenza a Roma. Alloggiavo nel Collegio delle Orsoline e passavo spesso davanti alla sede della Luiss, vedevo quella splendida villa e pensavo: come sarebbe bello studiare qui. Ho presentato domanda, sono stata ammessa e ho mollato Giurisprudenza. Una grande stella mi ha guidata, quel cambiamento è stato la mia fortuna. Devo veramente tantissimo a Luiss. Sono rimasta senza genitori quando avevo poco più di 15 anni. In quel momento ho smesso di essere figlia, non avevo più nessuna guida, non sapevo che cosa fosse il mondo. Non avevo punti di riferimento, né sapevo che direzione prendere. Devo dire che alla Luiss mi si è aperto un mondo. Per me che venivo da Foggia il massimo era tornare nella mia città e fare la dichiarazione dei redditi per chi non sapeva farla. E invece. Il preside di facoltà mi chiese di fare l’assistente di matematica finanziaria e poi ci fu l’occasione della mia vita: essere mandata negli Stati Uniti per fare il PhD, il dottorato di ricerca. Lì ho deciso di fare il master alla New York University grazie a una borsa di studio della Fiat. E così sono arrivata in Lehman alla fine degli anni Ottanta. Non è stato un traguardo cercato. Ho attraversato qualunque porta mi si aprisse, senza avere mai il timore di rinunciare alla mia comfort zone. Ricordo ancora quando, dopo decine di colloqui nel mio inglese stentato, sono stata invitata a partecipare a un pranzo con tutti i partner di Lehman sul rooftop della sede, con la Statua della Libertà davanti. Per me è stato come avere un’esperienza extracorporea. Mi domandavo: ma io che vengo da Foggia, che ci sto a fare qui, a Wall Street, nel cuore della finanza mondiale?”.