Brutta tegola per il presidente della provincia, Nicola Gatta. Dopo le polemiche sui concorsi, arriva la bocciatura dei revisori sui conti. Nell’ultima relazione sono state evidenziate “gravi criticità” nei conti di Palazzo Dogana. Al punto che l’organo (presidente Antonio Chinno, componenti Ciro Alabrese e Antonio Lombardi) ha espresso parere “non favorevole” per l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2020.
“Programmazione carente, ipoteca su obiettivi”
L’analisi dei revisori è impietosa, se si esclude il dato positivo del limite di indebitamento rispettato e del risultato economico, con un utile di circa 1,8 milioni di euro. Per il resto, a pesare è l”inattendibilità del risultato di amministrazione 2020″, che “ha inciso pesantemente sulla programmazione finanziaria dell’ente per il 2021”. L’impossibilità di utilizzare l’avanzo libero sino all’approvazione del consuntivo, “ha di fatto congelato la posta contabile sottraendola alla programmazione e al raggiungimento degli obiettivi 2021”.
“L’omesso adempimento è sintomatico di una carente programmazione dell’attività amministrativa dell’Ente – scrive il collegio -, che ne costituisce una seria ipoteca per il raggiungimento degli obiettivi e ciò anche in vista della scadenza al 31 dicembre 2021, salvo proroghe dei termini per l’approvazione del bilancio di previsione per il triennio 2022-2023. Si rammenta che la mancata approvazione del DUP e adozione del provvedimento di riequilibrio finanziario previsti agli artt. 151 e 163 del Tuel, equivale a tutti gli effetti alla mancata approvazione del bilancio di previsione di cui all’art. 141 del tuel, con applicazione della procedura prevista dal comma 2 del medesimo articolo”.
Come se non bastasse, l’ente intermedio non ha ancora effettuato la verifica degli equilibri e ricognizione dei debiti fuori bilancio (avrebbe dovuto farlo entro il 31 luglio scorso).
“Sono sostanzialmente non attendibili le risultanze della gestione e i risultati economici generali e di dettaglio – è riportato nel documento -, in particolare per quanto attiene alla gestione dei residui e alle risultanze del riaccertamento ordinario al 31 dicembre 2020, sul quale il collegio, ha rilevato una serie di criticità, solo parzialmente recepite, a seguito dell’’espressione del parere negativo del 02 novembre 2021 nonostante reiterati richiami al rispetto di quanto disciplinato dal D.Lgs 118/2011 nonché dei principi Contabili applicati. L’invito più volte avanzato dal Collegio dei revisori, ha riguardato il rispetto dei principi di imputazione della spesa sia in termini di verifica del perfezionamento della correlata obbligazione giuridica, sia in termini di esigibilità della stessa, considerato che la coerenza, la congruità e l’attendibilità del risultato di amministrazione risente, in buona parte di una puntuale gestione dei residui. Si rammenta che l’estremo ritardo con cui l’Ente ha provveduto alla redazione del bilancio consuntivo è da imputare al ritardo con cui si è provveduto al riaccertamento dei residui, propedeutici al rendiconto”. Per questi motivi, a Palazzo Dogana è stato rilevato il “mancato rispetto dei principi contabili”. Il Collegio ha riscontrato, tra gli altri, l’illegittima mancata iscrizione di parte del residuo passivo, riferito al saldo del contributo alla finanza pubblica.
Il contributo ammonta per l’anno 2020 a 13 milioni di euro circa. “Il pagamento in compensazione è gravato per euro 5.620.780,64 sul 2020 imputandolo al residuo passivo n.1250/2020 (evidentemente incapiente) – precisano i revisori -, mentre per la restante parte per 7.442.406,26 è stata imputata all’esercizio 2021, con impegno di spesa al capitolo 652. Vista la sicura competenza nell’esercizio 2020 dell’importo anzidetto di euro 7.442.406,26, la sua corretta allocazione avrebbe determinato un disavanzo di amministrazione, essendo l’avanzo libero del rendiconto così come determinato e sottoposto al parere dello scrivente Collegio di euro 7.269.965,79. L’impossibilità, di utilizzare l’avanzo libero sino all’approvazione del consuntivo ha di fatto congelato la posta contabile sottraendola alla programmazione e al raggiungimento degli obiettivi 2021”.
Mancano i fondi per i contenziosi
“Il risultato di amministrazione presenta un accantonamento per fondo rischi contenzioso per euro 2.846.000 non determinato secondo le modalità previste dal principio applicato alla contabilità finanziaria per il pagamento di potenziali oneri derivanti da sentenze”. Secondo il Collegio, “la valutazione del contenzioso effettuata dall’ente appare generica e non quantifica in via puntuale il grado di soccombenza, limitandosi a una valutazione di massima sull’intero contenzioso in essere ammontante a 101 giudizi pendenti“.
“La indicazione del numero dei giudizi in atto senza la individuazione dell’ammontare delle passività potenziali e del grado di giudizio non consente una oggettiva ed attendibile valutazione della congruità dell’accantonamento – aggiungono -. Dalla ricognizione del contenzioso esistente a carico dell’ente al 31 dicembre è stata calcolata una passività potenziale probabile di euro 2.000.000 disponendo i seguenti accantonamenti: 2,5 milioni di euro già accantonati nel risultato di amministrazione al 31 dicembre dell’esercizio precedente, 315.000 euro già accantonati sugli stanziamenti di competenza del bilancio dell’esercizio in corso”.
Entrate carenti
Anche sull’attività di verifica e di controllo delle dichiarazioni e dei versamenti, l’organo di revisione, con riferimento all’analisi di particolari entrate in termini di efficienza nella fase di accertamento e riscossione, rileva che non sono stati conseguiti pienamente i risultati attesi. “L’ulteriore richiesta dell’Organo di controllo ad una maggiore ed attenta verifica – concludono – con eventuale altra trasmissione a conferma di quanto sottoposto alla verifica non ha trovato riscontro. Alla luce di quanto riportato, l’organo di controllo, considerata l’entità di alcune partire, e l’assenza di riscontro da parte degli uffici, non è in grado di esprimere il proprio giudizio di veridicità ed attendibilità”.