Mancano pochi giorni al 10 gennaio, data in cui gli schieramenti dovranno consegnare le liste dei candidati al prossimo consiglio provinciale di Capitanata per le elezioni di secondo livello che si terranno il prossimo 30 gennaio.
Due le civiche, una per il centrosinistra, Insieme per la Capitanata, e una per il centrodestra, Capitanata al centro ispirata da Azione di Nunzio Angiola e con la regia segreta del presidente Nicola Gatta e di Annamaria Fallucchi.
4 le liste partitiche almeno per ora, con Pd, Fratelli d’Italia, Lega a Forza Italia con la dicitura Capitanata Azzurra.
La lista emilianista è sicuramente quella più variegata perché comprende le diverse anime di CON, Italia in Comune, i Popolari, che con Sergio Clemente candideranno il lucerino Tonio De Maio e Salvatore Prencipe di Torremaggiore, e addirittura il M5S che sarà ospitato con almeno due candidati (plausibilmente Raffaele Fatone di Manfredonia e l’eletto cerignolano) in quota Antonio Tutolo.
Cerignola, al momento, appare un vero e proprio laboratorio che potrebbe portare il Pd a candidare a presidente il sindaco Francesco Bonito. In scia i primi cittadini di Vieste e Monte Sant’Angelo, Giuseppe Nobiletti e Pierpaolo D’Arienzo. La presidenza, però, sarà decisa solo tra alcuni mesi.
Il Pd, così come a San Severo, sta facendo un ragionamento più largo con il tentativo di spostare tutti e 9 gli eletti di maggioranza su un candidato espresso da Tommaso Sgarro, che potrebbe essere Moccia. Sempre a Cerignola i civici schierano Gino Giurato mentre i meloniani potrebbero puntare sull’avvocato Netti. Anche Rino Pezzano sta pensando di candidarsi.
Intanto è guerra nel centrodestra dove Annamaria Fallucchi con i buoni uffici di Raffaele Fitto, forte dei suoi voti che l’hanno resa la donna più votata dalla coalizione in Puglia, mira a sostituire Giannicola De Leonardis nella leadership locale del partito in vista delle Politiche. Giocano il tutto per tutto anche gli apricenesi Antonio Potenza e Paolo Dell’Erba che puntano ad eleggere due candidati. Un risultato non facile ma neppure impossibile se si considera che lo scioglimento del Comune di Foggia fa mancare il vero scoglio per i Comuni più piccoli che era rappresentato dai 700 voti e passa ponderati di ogni eletto del capoluogo.