Difende con forza la chiacchierata scelta del solare la commissaria straordinaria della Asp Zaccagnino di San Nicandro, Patrizia Lusi. La manager ripercorre tutto l’iter che ha portato alla gara, espletata in circa novanta giorni da marzo a maggio 2019, alla quale, come spiega in una lunga nota, parteciparono due gruppi multinazionali specializzati nelle energie rinnovabili, entrambi con impianti realizzati e gestiti in diversi continenti.
Ad aggiudicarsela fu la Baywa r.e., società bavarese già operante in Capitanata, con un’offerta per ettaro di tremila e centoventitré euro, rispetto all’importo di duemilacinquecento euro a base d’asta.
“La somma derivante dalla costituzione del diritto di superficie consentirà all’ASP di conseguire, per tutti i trenta anni di durata del rapporto contrattuale, un rendimento che la conduzione agricola ordinaria non può affatto raggiungere, apportando così indubbi vantaggi economici e gestionali all’Azienda. Tanto in perfetta attuazione dei principi che la normativa impone alle ASP in materia di gestione del patrimonio”.
Con calcoli alla mano Lusi giustifica la sua decisione: “La resa media delle superfici individuate per l’iniziativa, si aggira tra i seicento e gli ottocento euro annui per ettaro, come può evincersi dai piani colturali aziendali, e quindi la concessione consente di triplicare il rendimento economico gestionale del fondo in questione, garantendo un significativo innalzamento delle disponibilità finanziarie per il perseguimento degli scopi statutari ed assicurando, così, una solida base economica su cui poggiare il potenziamento dei servizi assistenziali”.
Si è arrivati ora alla richiesta di rilascio del Provvedimento Autorizzativo Unico Regionale e si attendono gli esiti della apposita conferenza dei servizi, da poco convocata. Lusi cita il “2030 Climate target plan”: “L’unica strada percorribile appare quella di non avere approcci ideologici o pregiudiziali nei confronti degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Certamente va evitata una loro proliferazione incontrollata, come probabilmente per un certo periodo si è registrata nel caso degli impianti eolici in alcune parti del territorio regionale, ma può essere altrettanto se non ancor più deleterio un atteggiamento ostativo dettato non da attente valutazioni caso per caso bensì da precostituite considerazioni sfavorevoli o, ancor peggio, da ostruzionismi procedurali”.