Sono iniziati i lavori di recupero dell’area archeologica di Faragola, la splendida villa romana del IV secolo A.C. che nel settembre del 2017 fu completamente distrutta dalle fiamme. Ad oggi non è stato possibile individuare le responsabilità dell’incendio sviluppatosi alle porte di Ascoli Satriano, ma sin da subito le istituzioni coinvolte si sono impegnate per ricercare risorse volte a rimettere in sesto una delle risultanze archeologiche più importanti del sud Italia.
In questi giorni è stato aperto il cantiere curato dal MIBACT e dalla Sovrintendenza che consentirà la creazione di veri e propri laboratori didattici, sui quali sarà possibile seguire i lavori di recupero dei marmi e dei mosaici e svolgere delle visite virtuali tramite supporti tecnologici. A breve partiranno anche i lavori finanziati dal CIS Capitanata per l’importo di 3 milioni di euro. Tramite questo intervento sarà possibile ricostruire la struttura lignea andata a fuoco cinque anni fa, quella che consentiva ai turisti di guardare da vicino i resti dell’antica villa. I lavori sono stati appaltati alla RTP De Marco Srl – Carla Tomasi Srl e affidati alla progettazione del professor Luigi Franciosini dell’Università degli Studi Roma Tre (il render di come sarà Faragola nel video in apertura).
“Il nuovo progetto – svela a L’Immediato il sindaco di Ascoli Satriano, Vincenzo Sarcone – prevede la costruzione di una struttura più aperta, che sia coerente con l’ambiente circostante. Entro un anno e mezzo dall’apertura del cantiere sarà possibile tornare a visitare l’area all’interno di una struttura fatta con legno della zona, necessariamente ignifugo e sicuro. Sulle pareti saranno posti in rassegna altri reperti emersi nella zona di Faragola. Il progetto è stato condiviso con il professor Giuliano Volpe e affidato di comune accordo al professor Franciosini che era stato il progettista dell’area andata distrutta. L’obiettivo è quello di creare un grande parco archeologico”.
Infatti nelle zone circostanti a Villa Faragola, lungo la valle del Carapelle, sono presenti altre antiche ville romane, almeno 11 secondo gli studi archeologici. Inoltre le analisi sulla stratificazione hanno permesso di appurare la presenza di altri insediamenti risalenti alle epoche successive. Questo lascia margini per ulteriori studi e approfondimenti. Dalla ricostruzione della prima villa emersa potrebbe partire anche la creazione di un grande parco archeologico che racconti l’antica Ausculum. “Conosciamo le potenzialità di quella zona – conclude il sindaco – ora si tratta soltanto di reperire le risorse e progettare qualcosa di importante”.