Rinviata a giudizio per un insulto omofobo. È accusata di abuso di ufficio Maria Michela Ciampi, preside dell’istituto “Virgilio-Salandra” di Troia. La vicenda risale al 2018 quando la vittima, un ragazzino all’epoca 14enne, frequentava la terza media. La dirigente, entrando in classe, avrebbe chiesto all’alunno se fosse fidanzato: dopo la risposta negativa l’avrebbe apostrofato pesantemente. Immediata la denuncia presentata dai genitori ai carabinieri.
“L’imputata – ha dichiarato a Repubblica Bari, l’avvocata della famiglia dell’alunno, Daniela Gentile – si è sempre giustificata affermando che si fosse trattato di pura goliardia”. Il ragazzo, ormai quasi maggiorenne, si è costituito parte civile. Richiesta avanzata anche dai genitori sui quali il giudice si è riservato. “Ci ha sorpreso la totale assenza delle istituzioni – ha detto ancora Gentile a Repubblica -. Potevano costituirsi parte civile il Ministero dell’Istruzione, l’ufficio regionale o la stessa scuola”. Secondo la legale, l’episodio danneggerebbe l’immagine della scuola: “Figure così determinanti per il percorso di crescita di un adolescente non possono permettersi questo gergale. La scuola deve essere luogo di formazione e queste affermazioni omofobe possono generare stigmatizzazione nei confronti della vittima”. Prossima udienza a fine marzo. (foto archivio)