Assolti dall’accusa di stupro due giovani foggiani, “perchè il fatto non sussiste”. M.D.L. 27 anni e S.V. 26 anni (entrambi nel riquadro in alto) erano accusati di aver violentato e picchiato una donna con problemi psichici, per fatti avvenuti a Foggia la notte tra il 5 e 6 marzo del 2015 all’interno del garage nella disponibilità di uno degli imputati. La sentenza emessa in seduta collegiale (giudici Civita, Magliulo, Cesarano) nel Tribunale di Foggia ha prosciolto i due, al termine del processo celebratosi a porte chiuse considerate le imputazioni, lasciando nello sconforto la parte offesa e i legali. Il pm chiedeva 4 anni e 2 mesi di reclusione a testa per gli imputati, richiesta di condanna e di risarcimento danni ribadita dall’avvocato della vittima, costituitasi parte civile. I legali difensori chiedevano l’assoluzione, sostenendo che non ci fu alcuna violenza sessuale perché la donna era consenziente e che la successiva denuncia sarebbe stata conseguenza di un’alterata percezione della realtà per via dei disturbi per i quali è in cura.
“La testimonianza resa dalla vittima fu ritenuta attendibile, ricordava anche alcuni dettagli come la presenza di una coperta rossa sul luogo della violenza – ha spiegato a l’Immediato, l’avvocato della ragazza -. Tra l’altro in quel box pianse e persino uno dei due imputati lo confermò. In pratica – ha aggiunto il legale – è lo stesso identico caso della violenza in Circumvesuviana”. Il riferimento è a un recente fatto di cronaca con protagonista una donna dalla personalità borderline che sarebbe stata stuprata da tre ragazzi (tutti scarcerati, ndr). “Secondo il giudice, una persona con disturbi bipolari e dalla personalità borderline potrebbe mentire”, ha rimarcato l’avvocato della vittima.
Un ruolo decisivo nel processo, in attesa delle motivazioni della sentenza assolutoria di primo grado entro 90 giorni, l’avrebbe avuto proprio la condizione psichica della donna che denunciò lo stupro. Ai due imputati la Procura contestava d’aver abusato della vittima perché “con violenza e abusando delle condizioni di inferiorità psichica nelle quali versava essendo affetta da disturbo bipolare e disturbo borderline di personalità, la costrinsero a subire e compiere atti sessuali, dopo averla condotta in un luogo isolato e immobilizzata trattenendola per le braccia e i polsi”. C’è poi l’ulteriore imputazione di lesioni: la donna fu medicata e giudicata guaribile in 5 giorni dal medico del Pronto soccorso degli Ospedali Riuniti di Foggia “che pure confermò la violenza”, ha ricordato l’avvocato a l’Immediato.
Fondamentale nel processo sarebbe stata la testimonianza resa in aula dal medico che ha in cura la parte offesa. “Ha parlato di “atteggiamenti seduttivi” e di “carica erotica” – ha detto alla nostra testata il legale – come se bastasse per motivare la violenza. Inoltre, come sistema di autodifesa c’è quello di dissociarsi dal proprio corpo mentre si subisce uno stupro, anche questo non sarebbe stato valutato dai giudici”.
In buona sostanza, i disturbi di cui soffre la donna non avrebbero inciso sulle capacità di autodeterminazione e quindi fare sesso con i due imputati fu una sua libera scelta; ma quei disturbi – a dire della difesa – sono accompagnati da una percezione falsata della realtà. Per cui – hanno concluso i difensori chiedendo l’assoluzione – non ci fu alcuna violenza sessuale ma un rapporto consenziente.
I due imputati e la donna si conobbero la sera del 5 marzo del 2015 in un locale foggiano, fecero amicizia e poi – stando alla ricostruzione dell’accusa – si allontanarono insieme, raggiungendo il garage. All’identificazione dei due foggiani, che furono denunciati a piede libero, le forze dell’ordine arrivarono dopo la denuncia della vittima, attraverso i numeri dei telefonini che si erano scambiati. Al termine delle indagini il pm chiese e ottenne il rinvio a giudizio dei due foggiani.
Nelle scorse ore è giunta l’assoluzione per i due imputati. La Procura, dopo aver letto le motivazioni, potrebbe presentare ricorso in Appello.